Premio
speciale del Concorso Pianistico Internazionale "Arcangelo Speranza"
- Taranto
Un valzer
di Nino Rota dedicato a Giovanna Sottomano Albano
L'amicizia con Nino
Rota
Giovanna Sottomano Albano fu molto amica del compositore Nino Rota. I
due si erano conosciuti al Liceo Musicale Paisiello di Taranto dove entrambi
furono docenti. Rota restò a Taranto solo due anni, dal 1937 al 1939, ma fu
un periodo molto importante per il proseguo della sua attività musicale. Non
è un caso che una sua sinfonia, la n.2, fu intitolata "La Tarantina -
Pellegrinaggi al Sud".
I due docenti
solevano frequentarsi anche fuori dal contesto scolastico, condividendo la
grande passione per la musica, suonando insieme, andando ai concerti,
conversando. Negli anni seguenti la guerra, quando riprese anche l'attività
concertistica delle società di concerti, Giovanna Sottomano Albano si
prodigò per far tornare Nino Rota, ormai residente a Bari, a Taranto in
alcuni concerti organizzati dagli Amici della Musica, associazione di cui
era entusiasta dirigente. Dal 1945 al 1948 Rota fu presente nei cartelloni
delle stagioni musicali degli Amici della Musica dell'epoca. Nel 1962 Rota
fu di nuovo a Taranto per gli Amici della Musica per partecipare a una
conferenza dei licei musicali del Mezzogiorno e presente nel comitato
d'onore al nascente concorso pianistico, in quell'edizione di scala
regionale e tutt'ora esistente come "Concorso Pianistico Internazionale
Arcangelo Speranza".
Nino Rota
dedicò alla sua amica un valzer per pianoforte, composto nel 1945,
riportante questa frase: "Alla gentile Signora Giovanna Albano Sottomano per
omaggio cordiale di Nino Rota. Bari, 12 luglio 1945. Lo spartito fu trovato
dal musicista Adriano Cirillo tra i suoi vecchi quaderni musicali di
contrappunto e così scrive: "Il
tema di questa composizione che nelle sue prime battute ricorda una melodia
che successivamente è stata ulteriormente sviluppata nell'opera Il
cappello di paglia di Firenze (1945-46), assume immediatamente
un'espressione di dolorosa nostalgia, riflettendo così una caratteristica
che era così tipica del maestro, e successivamente si sviluppa in un pezzo
di bravura che cattura perfettamente lo spirito del 19 ° secolo".
Nel limitato numero di opere del catalogo
rotiano consacrate al solo pianoforte, questo Valzer è l’esempio di come
anche un tipico brano di occasione – un regalo per l'amica tarantina – sia
stato per il Maestro un modo di esercitare quel sapiente artigianato unito
ad una vena immediata e accattivante tipica delle sue pagine migliori.